venerdì 21 giugno 2013

Condivisione

Nella condivisione non è importante chi dà e chi riceve, ma l'oggetto del dare e ricevere, e il frutto che eventualmente ne scaturisce. 
Nella condivisione dare e ricevere si equivalgono, perché nel momento in cui si dà, allo stesso tempo si riceve; perciò chi ha dato non deve sentirsi in credito o farne un vanto, né chi ha ricevuto sentirsi inferiore o in debito.

Libertà

Mi è stata affidata (o me la sono scelta a seconda dei punti di vista) una libertà grandiosa, assoluta, totale, perché posso non aspettarmi niente, liberarmi dall'impazienza, dal rancore, dalla pretesa. Per certi versi è una libertà gigantesca e sconvolgente, se non spropositata, perché a volte (molte) si tratta di riposare, di aspettare, di fare niente (cosa che richiede una certa arte per evitare di annoiarsi), andando oltre l'attivismo compulsivo di certi momenti, che mi fa perdere in superflue minuzie e pignolerie. Ma di fatto sono libero anche di perdermi, perché ho l'opportunità di capire qual è il vissuto, il disagio profondo che non voglio sentire e di scardinarlo per liberare ulteriormente energie ancora inespresse. 

domenica 16 giugno 2013

Senso di unicità

Stasera mi sono guardato indietro e vedendo la strada finora fatta mi sono chiesto con sincero stupore: ma come ho fatto ad arrivare fin qua? Come ho fatto a superare quei lunghi mesi freddi, quegli acciacchi vecchi e nuovi? Come ho fatto a sopportare di dovermene stare fra quattro mura senza poter vedere quasi nessuno, e più di tutti gli amici più vicini, per settimane e settimane e settimane? Eppure sono qua e tutto ora è come svanito, scomparso, dissolto, poco più di un ricordo che mi lascia indifferente, perché ora come ora mi sento impregnato - carne, ossa, pelle, sensi, emozioni - di ciò che ho costruito, da solo e con gli amici, quelli di sempre e quelli conosciuti lungo il cammino, impregnato di ciò che mi fa sentire parte di un tutto o anche solo di un qualcosa che non ho atteso o preteso, ma al quale mi sono dedicato e sempre mi dedico, convinto come sono che è la condivisione concreta, attiva, partecipata, che cambia questo mondo sempre più impazzito; non l'essere conosciuto, non il successo, non l'eclatanza, non le occasioni perse, non i 'mi piace' (banali appiattimenti dell'apprezzamento), ma i piccoli atti che aggiungono mattone a mattone nel trovare e ritrovare il senso del proprio e dell'altrui esserci.
Così stasera, dopo essermi voltato indietro, ho volto lo sguardo a questo cielo terso, screziato di nuvole bianche e rosa, poi alla terra su cui appoggio i miei giorni; e infine volgendolo dritto davanti a me, riprendo il mio cammino col sorriso sulle labbra, cercando di non stare a sentire il senso di solitudine che è tornato a farmi visita... O sarà forse il senso di unicità, che ora vedo più da vicino, ma ancora non riconosco del tutto e forse un po' mi spaventa?

Sfuggire

Due solitudini non sanno farsi compagnia, si illudono di stare insieme per il piacere dell'incontro, ma lo fanno solo per sfuggire al proprio disagio e quando si lasciano continuano a sentirsi soli. E forse anche di più.