venerdì 18 marzo 2011

Viaggiatori

Le persone che sono avviate loro malgrado all'immobilità fisica possono essere paragonate ai viaggiatori che partono verso una terra che non conoscono, con il desiderio di comprendere di più le persone che ci vivono, gli animali che ci vivono, gli ambienti in cui vivono persone ed animali. Così chi si immobilizza fisicamente, se ne sa cogliere l'occasione, ha l'opportunità di fare un viaggio alla ricerca e conoscenza di sé, al di là delle semplici contingenze della vita quotidiana; con la differenza che chi viaggia sulla terra, per mare e per il cielo o nello spazio, conosce a priori la sua meta, può individuarla su una mappa, calcolare tappe e tempi, orientarsi eventualmente con una bussola o con le stelle, mentre chi parte per il viaggio dentro di sé non ha certezze se non la curiosità e la determinazione di scoprire chi o cosa troverà nelle tenebre della sua mente e cosa o chi non vede ancora nella luce della propria anima.
Come pure è più facile fare un diario di viaggio, per quanto non lo sia mai se si tratta di descrivere sensazioni ed emozioni, che il viaggio alla scoperta di sé, restando molte cose inennarrate e inenarrabili, vuoi perché è difficile descriverle a parole, vuoi per la consapevolezza che non è il momento giusto per tentare di raccontarle e forse il momento non verrà mai.
Per coloro che non sono in grado di intraprendere questo viaggio, per quasiasi motivo, c'è comunque l'opportunità che altri li invitino a considerare, di volta in volta, aspetti di sé non di per sé evidenti ed apparenti, ma che possono cambiare e migliorare la propria visione della propria esperienza di vita, sia anche solo di trovare almeno il modo che occhi e bocca possano accennare un sorriso.

giovedì 17 marzo 2011

Controparabola

Sono il faro
che guida i marinai nella notte.

Sono la stella polare
che indica la direzione.

Sono il sole
che illumina e riscalda la terra.

Sono la luna
che rischiara la notte.

Sono la nuvola
che disseta e rinfresca.

Sono la voce
che parla alla radio.

Sono il profumo
che viaggia con la brezza.

Sono il pensiero
che è sempre con te.

martedì 15 marzo 2011

L'altra faccia

Su qualche pagina qualche anno fa ho scritto:
...la solitudine, e le sensazioni che l'accompagnano, si supera se ci si rende conto della propria unicità, se si sta in ascolto di quello che siamo nel profondo, anche se magari rimane indefinibile (a volte ci vuole più coraggio a dire 'non lo so' che a cercare a tutti i costi una risposta) almeno per un po', perché credo che siamo capaci di comprendere delle cose veramente grandi su noi stessi.
Mi viene sempre in mente l'esempio (forse scontato) dei pezzi del puzzle, ogni pezzo ha il suo posto e solo quel posto, solo quello può stare in un certo spazio; questo per dire anche che riconoscere la propria unicità (che se volete è l'altra faccia della solitudine) ci predispone ad entrare in giusta relazione con gli altri, che a quel punto non è più incontro di solitudini in fuga, ma la condivisione di quello che si è realmente, senza bisogno di nasconderci, sia che un giorno siamo felici, sia che l'altro siamo tristissimi...
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